Una delle domande che mi vengono poste più di frequente riguarda l’eterno dilemma del giardino.
Partiamo dal presupposto che avere un giardino non ci obbliga a prendere un cane, specialmente se poi non abbiamo tempo da trascorrere con lui.
Il cane è un animale sociale e, come il lupo suo antenato, ha un bisogno vitale di far parte di un branco e di avere un ruolo all’interno di esso.
Nel momento in cui decidiamo di accoglierlo nella nostra famiglia noi diventeremo il suo branco, ed è nostra responsabilità garantirgli un posto all’interno del gruppo, mentre relegandolo in giardino per tutto il tempo lo porterà a vivere in una condizione di perenne isolamento sociale che, ricordiamolo, è una vera tortura.
E le dimensioni del giardino non contano!
Anche ad avere il giardino di 10.000 metri quadri è quasi certo che il cane passerà la maggior parte del tempo davanti alla porta di ingresso o nei pressi della casa perché sarà il posto più vicino a voi, che siete la sua famiglia. Il giardino poi è un luogo in cui c’è sempre qualcosa da fare; rincorrere gli uccelli, i passanti, le biciclette, il postino, i cani che transitano davanti al nostro cancello, per non parlare poi di tutti gli animaletti notturni. In questo modo il cane non si rilasserà mai veramente, ma anzi, sarà molto più teso e stressato e sarà molto più probabile che insorgano problemi comportamentali come masticazioni inappropriate, scavi e buche, abbai e ululati e così via che, oltre a danneggiare il rapporto coi vicini, danneggeranno seriamente anche il rapporto tra voi e il vostro compagno a 4 zampe.
Più tempo trascorrerete col vostro cane migliore sarà la vostra relazione. Tenete il cane in casa, vicino a voi, al cane non serve un grande giardino, serve un cuore grande e una mente aperta capace di capirlo e rispettarlo per quello che è: un cane.
Avete paura che sporchi? Il fango e la terra si lavano con un po’ di acqua e sapone.
Avete paura che faccia danni? Provate a farlo entrare e guardate cosa farà dopo un paio d’ore, probabilmente sarà sdraiato a dormire da qualche parte, contento di essere finalmente parte di una famiglia.